La voce di Fabrizio De André, a più di vent’anni dalla sua scomparsa, continua ad essere attuale per la carica di denuncia sociale e il potere di far emergere verità scomode, a volte imbarazzanti. I suoi testi fanno conoscere le ragioni, le passioni, le contraddizioni sofferte, ma vissute con estrema dignità, del popolo degli emarginati, dei perdenti, ognuno però rivalutato per l’unicità del proprio destino.
I testi de “La buona novella”, scritti da De André basandosi sui “vangeli apocrifi”, hanno per protagonisti uomini in carne ed ossa pieni di umanità. Faber fa parlare i derelitti, i diseredati che nella vita e nella morte di quell’Uomo hanno trovato una speranza. Anche Maria e Giuseppe sono colti nella loro intensa partecipazione esistenziale.